Accettazione buoni pasto: come funziona e quali sono i vantaggi?
Come accennato in precedenza, furono introdotti nel 1976 in versione cartacea, quindi nel 1994 comparvero anche in formato digitale. Diamo un’occhiata alle caratteristiche principali dei buoni pasto, ai vantaggi per gli esercenti e alle caratteristiche della normativa che ne regola l’utilizzo.
Come accettare i buoni pasto?
Per pagare i propri acquisti, il cliente può usare un massimo di 8 buoni cartacei o elettronici, non di più. Se il valore dei buoni eccede l’importo dovuto, il cliente non ha diritto a ricevere il resto. Ma l’esercente come fa ad incassare i buoni pasto cartacei? Fatte le dovute premesse, passiamo a ciò che ci interessa di più. Dopo aver calcolato l’importo dovuto, il cliente è tenuto a firmare i buoni pasto e ad apporre su ognuno di essi la data in cui sono stati utilizzati. Soltanto allora l’esercente avrà la possibilità di incassarli, emettendo uno scontrino recante la dicitura « corrispettivo non riscosso », comprensivo di IVA al 10%. Ciò accade poiché il pagamento reale avviene soltanto quando l’esercente presenta la fattura alla società che ha emesso i buoni pasto. Il discorso cambia in presenza di buoni pasto elettronici, che il datore di lavoro provvede a caricare su un’apposita card elettronica. In questo caso, per incassarli l’esercente non può usare il POS dedicato alle transazioni con carta di credito e Bancomat, ma deve utilizzare un POS fornito dalla società emittente. Nel momento in cui il cliente paga usando i buoni elettronici, l’esercente deve inserire la card nel POS e scalare l’importo dovuto, rilasciando lo scontrino che indica l’importo speso, eventuali somme residue da versare e il saldo dei buoni ancora presenti sulla card elettronica e, quindi, ancora utilizzabili. Anche in questo caso, l’esercente deve emettere regolare scontrino fiscale, recante la dicitura « corrispettivo non riscosso ».
Chi può accettare i buoni pasto?
Il sistema che regola i buoni pasto è piuttosto semplice: enti e aziende li acquistano dalle società emittenti, quindi li consegnano ai propri dipendenti. Possono essere usati per il pranzo o per la spesa presso tutti gli esercizi commerciali convenzionati. In genere, si tratta di ristoranti, bar, tavole calde, rosticcerie, supermercati e così via. Inoltre, è possibile utilizzarli per fare la spesa online e per il food delivery.
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Come incassare i buoni pasto? Quali terminali di pagamento utilizzare?
L’articolo 40 bis del Decreto legge n. 76 del 16 luglio 2020 è entrato in vigore per semplificare l’uso dei buoni pasti elettronici e per stabilire le regole relative all’uso del terminale unico. Anche nota come « legge sul POS Unico« , la norma stabilisce quanto segue: in caso di accettazione di buoni pasto nel formato elettronico, è garantito a tutti gli esercizi convenzionati l’uso di un unico terminale di pagamento. Tra i principali operatori che offrono una soluzione semplice e condivisa per i buoni pasto elettronici spicca Nexi, che ha avuto il merito di creare e commercializzare il cosiddetto smartPOS. Questi terminali possono essere utilizzati per accettare buoni pasto emessi dai brand più diffusi al mondo. Come suggerisce il loro stesso nome, si tratta di terminali « intelligenti », equipaggiati con sistema operativo Android, utilizzabili come fossero normali tablet o smartphone: per accettare buoni pasto e transazioni, l’esercente non deve fare altro che aprire l’apposita applicazione usando il touchscreen. A quel punto, potrà autorizzare ogni genere di operazione, che verrà segnalata automaticamente all’ANSEB, l’Associazione Italiana Società Esercenti Buoni Pasto.
Accettazione buoni pasto: come farsi rimborsare?
Accettare pagamenti con questo metodo consente a commercianti e ristoratori di attrarre nuovi clienti e, al contempo, di proporre un servizio ampio e diversificato. Per offrire questo servizio ai clienti è necessario affiliarsi all’Associazione Nazionale delle Società Emettitrici di Buoni Pasto (ANSEB), ente impegnato nell’emissione dei titoli e nel pagamento delle prestazioni ai singoli esercenti. Tra le società emittenti figurano aziende del calibro di Pellegrini, Poste Italiane, Sodexo (Pass Lunch), Edenred (Ticket Restaurant), Up e tante altre ancora. La stessa ANSEB si occupa, attraverso le sue filiali sparse su tutto il territorio nazionale, dei rimborsi dei titoli incassati a ristoratori e commercianti. Per entrare a far parte del sistema, l’esercente deve sottoporre il relativo dossier all’ANSEB. Il dossier viene esaminato ed, eventualmente, convalidato dalla stessa società. Nel caso la domanda di affiliazione risponda ai requisiti fissati dall’ANSEB, l’esercente viene abilitato ad accettare i buoni pasto. Da quel momento, il commerciante può cominciare ad accettare i buoni pasto elettronici e cartacei, oltre a tutte le altre tipologie di ticket di ristorazione in circolazione. Come accennato, questi titoli possono essere cartacei o dematerializzati (come nel caso delle card elettroniche e delle sempre più numerose app dedicate). Per maggiori informazioni circa la creazione del dossier e della relativa domanda, gli esercenti possono consultare il sito web www.anseb.it. Ma ora cerchiamo di capire come ottenere il rimborso dei buoni pasto. Per quanto riguarda quelli in formato cartaceo, l’ANSEB può procedere al rimborso dei buoni pasto soltanto dopo che l’esercente ha provveduto ad inviarle tutti i titoli cartacei mediante una bolla di spedizione specifica. Bolle e titoli devono essere depositati presso i punti di raccolta dell’ANSEB. In caso di buoni pasto elettronici, invece, l’esercente non è tenuto a compiere nessuna operazione particolare per ottenere il rimborso: le transazioni vengono portate a termine sistematicamente e i rimborsi corrisposti entro un massimo di 48 ore dalla validazione dell’acquisto. Vengono dedotti dai rimborsi dei buoni pasto le commissioni, le spese tecniche e altre spese di gestione sostenute dalla società emittente. L’ANSEB invia regolarmente un saldo recante tutte le sue operazioni di rimborso richieste e portate a termine a ciascun esercente.
Quali sono i vantaggi per gli esercenti nell’accettare i buoni pasto?
Perché un numero crescente di esercenti accetta i buoni pasto come metodo di pagamento? Quali sono i vantaggi che ne derivano? La diffusione che questi titoli hanno avuto nel corso del tempo testimonia la solidità del sistema ma, soprattutto, la presenza di vantaggi interessanti a favore degli esercenti, delle aziende e dei dipendenti. I vantaggi per i primi sono davvero tanti, tra cui l’aumento del bacino d’utenza e la fidelizzazione della clientela. Ciò avviene perché una più ampia offerta di sistemi di pagamento non può fare altro che attrarre un numero crescente di persone. Ma scopriamo anche gli altri.
- Gestione della contabilità più semplice e rapida
- Ricezione dei pagamenti sicura e veloce, soprattutto nel caso dei buoni pasto elettronici
- Riduzione del rischio di furto o smarrimento dei contanti
- Controllo sugli incassi facile e veloce
- Aumento e fidelizzazione dei clienti
- Miglior programmazione del menù settimanale e degli acquisti
- Incremento del giro d’affari degli esercizi situati nei pressi degli uffici e dei luoghi di lavoro pubblici e privati